giovedì 16 maggio 2019

Qualcosa, non sai cosa - Andrea Donaera


Qualcosa, non sai cosa,
si è staccato, spaccato –
tematizzi: non riesci; simbolizzi:
non riesci; fai
qualcosa: non sai cosa, non riesci 
e la casa è
di carta, ti pare, tutta una scoperta;
e sollevi la
coperta: ci sei, come ieri, come eri – come eri
sempre stato, ti pare: ma poi ti appari come un
te prima di essere nato e hai coscienza, ora, di te,
e hai paura: hai freddo, hai caldo, non sai quanto
dura – tematizzi: non riesci; simbolizzi: non riesci;
fai qualcosa: non sai cosa, non riesci; esci.

Ti resta lo stacco, lo spacco – il grido
lasciato silenziato nelle cuffie,
la bottiglia piena lasciata andare,
il poco pavimento impraticabile,
apri, esci, stacchi, spacchi,
sei come un tempo: solo: non hai paura:
nell’affanno sospetto fai alla svelta,
anche se i treni passano
tutti uguali, passano, ogni mezz’ora:
“Cosa dirti?”, ti dici: “A te la scelta”.

Ritorni. La porta lasciata aperta.
Chiudi. Fai innanzitutto l’inventario
del tuo privato che hai distrutto. Poi
scoperchi armadi e cassetti – in realtà
cerchi un qualcuno a cui dire «Ci sono,
non so cosa ho fatto, si è rotto tutto»
[trovi (come già eri sicuro) solo
te, nello specchio a muro].

Andrea Donaera
foto Miroslav Stibor ©



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