La mia anima mi cerca
ma io sono alla macchia.
Speriamo che essa
mai mi trovi.
Essere uno è prigione.
Essere io è non essere.
Vivrò fuggendo
ma vivrò d a v v e r o .
Fernando Pessoa, Sono un evaso
photo Brett Weston
sabato 16 marzo 2019
Essere - Maria Luisa Spaziani
“Volevo tutte le sbandate
essere viva fino allo scortico,
essere tavolo, pietra,
bucare la vita coi morsi,
infilare le mani nel suo pulsare
di vita, scavare la vita, scrostarla
sfondarla, spericolarla, battermi con lei fino
ai suoi sigilli.
Per amore - per amore - tutto per amore. ”
Mariangela Gualtieri
photo Edward Weston
essere viva fino allo scortico,
essere tavolo, pietra,
bucare la vita coi morsi,
infilare le mani nel suo pulsare
di vita, scavare la vita, scrostarla
sfondarla, spericolarla, battermi con lei fino
ai suoi sigilli.
Per amore - per amore - tutto per amore. ”
Mariangela Gualtieri
photo Edward Weston
Vorrei - Irene Chias
Vorrei essere amata in maniera terrena,
senza retoriche mistiche,
senza angelicazioni o dannazioni da rotocalco,
senza complessi parafreudiani
da reperire e sezionare nell’infanzia mia o sua.
Senza frenesie di trascendenza.
Vorrei un amore che mi dicesse:
“sono ateo e ti amo."
Irene Chias
senza retoriche mistiche,
senza angelicazioni o dannazioni da rotocalco,
senza complessi parafreudiani
da reperire e sezionare nell’infanzia mia o sua.
Senza frenesie di trascendenza.
Vorrei un amore che mi dicesse:
“sono ateo e ti amo."
Irene Chias
Ph. Paolo Barretta © |
Dopo un addio - Alberto Bevilacqua
Ora
è dura davvero, per un di più
di te nel ricordo,
ma indicibilmente meno
di una tua ombra, una tua voce,
per un’ubbìa, pensa, che ti figura
alla ringhiera
già mentre salivo rincasando:
“come t’è andata oggi?”
ora che a un altro lo dici,
scopro che il difficile è questo:
l’essere
infelici con poco.
Alberto Bevilacqua
è dura davvero, per un di più
di te nel ricordo,
ma indicibilmente meno
di una tua ombra, una tua voce,
per un’ubbìa, pensa, che ti figura
alla ringhiera
già mentre salivo rincasando:
“come t’è andata oggi?”
ora che a un altro lo dici,
scopro che il difficile è questo:
l’essere
infelici con poco.
Alberto Bevilacqua
Ph. Nirav Patel © |
Tu sei silenzio e amore - Franco Arminio
Tu non parli,
non dici al mondo
cosa pensi,
non chiedi al mondo
se ti pensa.
Tu lo sai:
non è per avere qualcosa
che siamo qui,
è per dare tutto
senza chiedere niente.
Tu sei silenzio e amore,
sei la prova
che l'universo
non è tutto un crepacuore.
Franco Arminio
photo Lawrence Winram
non dici al mondo
cosa pensi,
non chiedi al mondo
se ti pensa.
Tu lo sai:
non è per avere qualcosa
che siamo qui,
è per dare tutto
senza chiedere niente.
Tu sei silenzio e amore,
sei la prova
che l'universo
non è tutto un crepacuore.
Franco Arminio
photo Lawrence Winram
Entro in questo amore - Maria Luisa Spaziani
Entro in questo amore come in una cattedrale,
come in un ventre oscuro di balena.
Mi risucchia un’eco di mare, e dalle grandi volte
scende un corale antico che è fuso alla mia voce.
Tu, scelto a caso dalla sorte, ora sei l’unico,
il padre, il figlio, l’angelo e il demonio.
Mi immergo a fondo in te, il più essenziale abbraccio,
e le tue labbra restano evanescenti sogni.
Prima di entrare nella grande navata,
vivevo lieta, ero contenta di poco.
Ma il tuo fascio di luce, come un’immensa spada,
relega nel nulla tutto quanto non sei.
Maria Luisa Spaziani
Ph Pascal Tarraire © |
Dovunque sono io - Mila Kačič
Cercami nel fruscio delle erbe
che il vento piega
e gli si abbandonano estatiche,
mi trovi nelle radici
che invadono il cuore della terra.
In tutte le cose
che si possono dare per amore
e per amore si prendono,
cercami.
Dovunque sono io,
lì è il mio amore.
Mila Kačič
photo Jaroslav Datta
che il vento piega
e gli si abbandonano estatiche,
mi trovi nelle radici
che invadono il cuore della terra.
In tutte le cose
che si possono dare per amore
e per amore si prendono,
cercami.
Dovunque sono io,
lì è il mio amore.
Mila Kačič
photo Jaroslav Datta
Destino - J.Ramon Jimenez
Destino! Che albero invisibile e infinito
dà il tuo frutto, che l’anima
a volte raccoglie, maturo?
dà il tuo frutto, che l’anima
a volte raccoglie, maturo?
Quali di queste idee sono i tuoi rami,
di questi sentimenti sono i tuoi fiori,
di queste canzoni sono i tuoi uccelli,
di questi sorrisi i tuoi profumi?
di questi sentimenti sono i tuoi fiori,
di queste canzoni sono i tuoi uccelli,
di questi sorrisi i tuoi profumi?
Cosa alimenta le tue radici?
In che modo, da dove, come in questo limone
dalla mia finestra, tu entri
nella nostra stanza più interna
e lì sfiori, dolcemente, il cuore?
In che modo, da dove, come in questo limone
dalla mia finestra, tu entri
nella nostra stanza più interna
e lì sfiori, dolcemente, il cuore?
Juan Ramón Jiménez
Ph. Justin Rosenberg © |
L'uguale e il contrario - Benjamin Prado
Il contrario di un uomo limpido è l'acqua sporca.
Il contrario del mare è una donna cieca.
Chi distrugge un ponte, costruisce un precipizio.
Le cicatrici sono colpi che non si dimenticano.
Ci sono verità senza limite e ci sono cose che finiscono:
i fiumi sono Machado.
Io ti ho amato oltre me.
Gli scorpioni luccicano alla luce della luna
e poi sono nuovamente velenosi e oscuri.
E' così semplice.
Lottare per le ceneri è rinunciare al fuoco.
Una parola detta è un uccello che vola.
La tua morte è sotto la mia pelle,
uguale a un insetto in un bicchiere rovesciato.
Che altro posso dirti?
Che ti ho amato da Nord a Sud, senza fine,
con unghie e con denti,
senza segreti,
senza trappole.
Che non ho voluto sentire un'altra volta la tua voce,
né guardare le nostre foto,
né vederti accarezzare con le tue dita azzurre
i cani che mangiano i resti della tua vita.
Voglio solo oscurità e fumo.
Sono venuto a dire che ti ho dimenticato;
che ti dimenticherò ancora ogni giorno
ognuno dei giorni della mia vita.
Benjamin Prado
Il contrario del mare è una donna cieca.
Chi distrugge un ponte, costruisce un precipizio.
Le cicatrici sono colpi che non si dimenticano.
Ci sono verità senza limite e ci sono cose che finiscono:
i fiumi sono Machado.
Io ti ho amato oltre me.
Gli scorpioni luccicano alla luce della luna
e poi sono nuovamente velenosi e oscuri.
E' così semplice.
Lottare per le ceneri è rinunciare al fuoco.
Una parola detta è un uccello che vola.
La tua morte è sotto la mia pelle,
uguale a un insetto in un bicchiere rovesciato.
Che altro posso dirti?
Che ti ho amato da Nord a Sud, senza fine,
con unghie e con denti,
senza segreti,
senza trappole.
Che non ho voluto sentire un'altra volta la tua voce,
né guardare le nostre foto,
né vederti accarezzare con le tue dita azzurre
i cani che mangiano i resti della tua vita.
Voglio solo oscurità e fumo.
Sono venuto a dire che ti ho dimenticato;
che ti dimenticherò ancora ogni giorno
ognuno dei giorni della mia vita.
Benjamin Prado
Ph. Li Hui © |
venerdì 15 marzo 2019
Uno - Pierluigi Cappello
Uno, in piedi, conta gli spiccioli sul palmo
l’altro mette il portafoglio nero
nella tasca di dietro dei pantaloni da lavoro.
Una sarchia la terra magra di un orto in salita
la vestaglia a fiori tenui
la sottoveste che si vede quando si piega.
Uno impugna la motosega
e sa di segatura e stelle.
Uno rompe l’aria con il suo grido
perché un tronco gli ha schiacciato il braccio
ha fatto crack come un grosso ramo quando si è spezzato
e io c’ero, ero piccolino.
Uno cade dalla bicicletta legata
e quando si alza ha la manica della giacca strappata
e prova a rincorrerci.
Uno manda via i bambini e le cornacchie
con il fucile caricato a sale.
Uno pieno di muscoli e macchie sulla canottiera
Isolina portami un caffé, dice.
Uno bussa la mattina di Natale
con una scatola di scarpe sottobraccio
aprite, aprite. È arrivato lo zio, è arrivato
zitto zitto dalla Francia, dice, schiamazzando.
Una esce di casa coprendosi un occhio con il palmo
mentre con l’occhio scoperto piange.
Una ride e ha una grande finestra sui denti davanti
anche l’altra ride, ma non ha né finestre né denti davanti.
Una scrive su un involto da salumiere
sono stufa di stare nel mondo di qua, vado in quello di là.
Uno prepara un cartello
da mettere sulla sua catasta nel bosco
non toccarli fatica a farli, c’è scritto in vernice rossa.
Uno prepara una saponetta al tritolo
da mettere sotto la catasta e il cartello di prima
ma io non l’ho visto.
Una dà un calcio a un gatto
e perde la pantofola nel farlo.
Una perde la testa quando viene la sera
dopo una bottiglia di Vov.
Una ha la gobba grande
e trova sempre le monete per strada.
Uno è stato trovato
una notte freddissima d’inverno
le scarpe nella neve
i disegni della neve sul suo petto.
Uno dice qui la notte viene con le montagne all’improvviso
ma d’inverno è bello quando si confondono
l’alto con il basso, il bianco con il blu.
Uno con parole proprie
mette su lì per lì uno sciopero destinato alla disfatta
voi dicete sempre di livorare
ma non dicete mai di venir a tirar paga
ingegnere, ha detto. Ed è già
il ricordo di un ricordare.
Uno legge Topolino
gli piacciono i film di Tarzan e Stanlio e Ollio
e si è fatto in casa una canoa troppo grande
che non passa per la porta.
Uno l’ho ricordato adesso adesso
in questo fioco di luce premuta dal buio
ma non ricordo che faccia abbia.
Uno mi dice a questo punto bisogna mettere
la parola a m e n
perché questa sarebbe una preghiera, come l’hai fatta tu.
E io dico che mi piace la parola amen
perché sa di preghiera e di pioggia dentro la terra
e di pietà dentro il silenzio
ma io non la metterei la parola amen
perché non ho nessuna pietà di voi
perché ho soltanto i miei occhi nei vostri
e l’allegria dei vinti e una tristezza grande.
Pierluigi Cappello, Parole povere
imm J.C.Desplanques
l’altro mette il portafoglio nero
nella tasca di dietro dei pantaloni da lavoro.
Una sarchia la terra magra di un orto in salita
la vestaglia a fiori tenui
la sottoveste che si vede quando si piega.
Uno impugna la motosega
e sa di segatura e stelle.
Uno rompe l’aria con il suo grido
perché un tronco gli ha schiacciato il braccio
ha fatto crack come un grosso ramo quando si è spezzato
e io c’ero, ero piccolino.
Uno cade dalla bicicletta legata
e quando si alza ha la manica della giacca strappata
e prova a rincorrerci.
Uno manda via i bambini e le cornacchie
con il fucile caricato a sale.
Uno pieno di muscoli e macchie sulla canottiera
Isolina portami un caffé, dice.
Uno bussa la mattina di Natale
con una scatola di scarpe sottobraccio
aprite, aprite. È arrivato lo zio, è arrivato
zitto zitto dalla Francia, dice, schiamazzando.
Una esce di casa coprendosi un occhio con il palmo
mentre con l’occhio scoperto piange.
Una ride e ha una grande finestra sui denti davanti
anche l’altra ride, ma non ha né finestre né denti davanti.
Una scrive su un involto da salumiere
sono stufa di stare nel mondo di qua, vado in quello di là.
Uno prepara un cartello
da mettere sulla sua catasta nel bosco
non toccarli fatica a farli, c’è scritto in vernice rossa.
Uno prepara una saponetta al tritolo
da mettere sotto la catasta e il cartello di prima
ma io non l’ho visto.
Una dà un calcio a un gatto
e perde la pantofola nel farlo.
Una perde la testa quando viene la sera
dopo una bottiglia di Vov.
Una ha la gobba grande
e trova sempre le monete per strada.
Uno è stato trovato
una notte freddissima d’inverno
le scarpe nella neve
i disegni della neve sul suo petto.
Uno dice qui la notte viene con le montagne all’improvviso
ma d’inverno è bello quando si confondono
l’alto con il basso, il bianco con il blu.
Uno con parole proprie
mette su lì per lì uno sciopero destinato alla disfatta
voi dicete sempre di livorare
ma non dicete mai di venir a tirar paga
ingegnere, ha detto. Ed è già
il ricordo di un ricordare.
Uno legge Topolino
gli piacciono i film di Tarzan e Stanlio e Ollio
e si è fatto in casa una canoa troppo grande
che non passa per la porta.
Uno l’ho ricordato adesso adesso
in questo fioco di luce premuta dal buio
ma non ricordo che faccia abbia.
Uno mi dice a questo punto bisogna mettere
la parola a m e n
perché questa sarebbe una preghiera, come l’hai fatta tu.
E io dico che mi piace la parola amen
perché sa di preghiera e di pioggia dentro la terra
e di pietà dentro il silenzio
ma io non la metterei la parola amen
perché non ho nessuna pietà di voi
perché ho soltanto i miei occhi nei vostri
e l’allegria dei vinti e una tristezza grande.
Pierluigi Cappello, Parole povere
imm J.C.Desplanques
Tattica e strategia - Mario Benedetti
La mia tattica è guardartiMario Benedetti
imparare come sei
volerti come sei
la mia tattica è parlarti
costruire con parole
un ponte indistruttibile
la mia tattica è rimanere nel tuo ricordo
non so come
né so con quale pretesto
ma rimanere in te
la mia tattica è essere franco
e sapere che tu sei franca
e che non ci vendiamo simulacri
affinché tra i due
non ci sia teloni
né abissi
la mia strategia è
invece
molto più semplice
e più elementare
la mia strategia è
che un giorno qualsiasi
non so con che pretesto
finalmente abbia bisogno di me.
Ph. Marco Filippa © |
La bocca quando ti nega - Anileda Xeka
La bocca quando ti nega non sa che
di nuovo canto che mi ricomponi l'animae l'assenza delle tue mani nei miei pugni serrata
del tuo fuoco segreto, le lingue sparse non conosce,
sulla pelle dell'attesa.
tu - come rugiada - svanisci per poi ritornare
a dissetare ora l'ape ora il petalo o la foglia.
tu - seducente come un desiderio fatale
i miei domani dipingi con le promesse di un sogno.
la realtà quando t'uccide del tutto non t'annienta
in ogni volto immortala la sete di te infinita.
Anileda Xeka
di nuovo canto che mi ricomponi l'animae l'assenza delle tue mani nei miei pugni serrata
del tuo fuoco segreto, le lingue sparse non conosce,
sulla pelle dell'attesa.
tu - come rugiada - svanisci per poi ritornare
a dissetare ora l'ape ora il petalo o la foglia.
tu - seducente come un desiderio fatale
i miei domani dipingi con le promesse di un sogno.
la realtà quando t'uccide del tutto non t'annienta
in ogni volto immortala la sete di te infinita.
Anileda Xeka
Ph. Kat Irlin © |
Se la musica è la donna amata - Mario Luzi
Ma tu continua e perditi, mia vita,
per le rosse città dei cani afosi
convessi sopra i fiumi arsi dal vento.
Le danzatrici scuotono l'oriente
appassionato, effondono i metalli
del sole le veementi baiadere.
Un passero profondo si dispiuma
sul golfo ov'io sognai la Georgia:
dal mare (una viola trafelata
nella memoria bianca di vestigia)
un vento desolato s'appoggiava
ai tuoi vetri con una piuma grigia
e se volevi accoglierlo una bruna
solitudine offesa la tua mano
premeva nei suoi limbi odorosi
d'inattuate rose di lontano.
Mario Luzi
Ph. Laurent Castellani © |
giovedì 14 marzo 2019
Non serbare nulla - Pedro Salinas
Non serbare nulla, spendi, sperpera allegrie, gioie, scambiale con aria azzurra perché vadano volando, per il cielo, fanne acqua, riempi i torrenti del mondo delle sue schiume sprizzanti, entra in anime assopite, e scuotile per le ali, agita, come di grano, grandi campi di speranze, straripa, straripati d'amare e d'essere amata: perché né oggi, né questa notte il tuo amore finirà, né a me finirà l'amata. Molto ci resta. Non senti immense truppe di baci, e di resistenze, stormi d'avvenire sulle mani, di rapimenti e di calme? Quel che mi resta, invisibile, taciuto, serbato in fondo a ciò che toccano gli occhi, a ciò che le mani toccano? E non sta sotto la terra, sordo minerale, attesa di un'anima pura d'oro. Neanche è un dono senza peso, segreto frutto celeste, che, attaccato su qualche ramo dell'aria, si prepara alle tue labbra. No, non c'è quel che ci resta né in miniere, né sugli alti orti di stelle mature, non sono diamanti né astri. Non esiste, non ha forma, neanche soffre dei penosi perimetri del creato. Palpita ciò che ci resta solo in quello che ci diamo. Laggiù, al di là dei baci, degli sguardi, del piacere, senza una forma, sicuri, i piaceri, baci e sguardi, aspettati, che si aspettano. In ogni abbraccio rinasce un nuovo essere altro abbraccio. Il bacio che si esaurisce ne chiede un altro a se stesso, nel suo gioioso spirare già sente che matura. Darmi, darti, darci, darsi! Non chiudere mai le mani. Le gioie non finiranno, e neanche i baci, né gli anni, se non le chiudi. Non senti quale ricchezza nel dare? La vita noi la vinceremo sempre, affidandomi, affidandoti.
Pedro Salinas
ph Jhon Schabel
Pedro Salinas
ph Jhon Schabel
Lontano da te vorrei morire - Lalla Romano
Oro puro - Ahmad Hardi
Quale segreto
nel cuore hai riposto
che il tuo occhio
come uno specchio
così apertamente rivela?
So che il cuore
è come il rame,
facilmente
si copre di ruggine.
Il tuo cuore
è oro puro,
come può arrugginire?
Fino a quando
rimarrò nel mondo,
angelo del giardino
del mio desiderio,
nel mio cuore
v’è sempre,
come un alone
intorno alla luna
della tua guancia.
Ahmad Hardi
ph Jacob Sutton
nel cuore hai riposto
che il tuo occhio
come uno specchio
così apertamente rivela?
So che il cuore
è come il rame,
facilmente
si copre di ruggine.
Il tuo cuore
è oro puro,
come può arrugginire?
Fino a quando
rimarrò nel mondo,
angelo del giardino
del mio desiderio,
nel mio cuore
v’è sempre,
come un alone
intorno alla luna
della tua guancia.
Ahmad Hardi
ph Jacob Sutton
Romina Capo
Molti dei miei occhi
mi vedono bellissima
Io dissento
Mostro loro l'inganno
degli specchi
L'invenerabilità dei ricordi
Ecco .passi tu e sbendi
i dubbi .gli eccessi
la criticità che mi bisticcia addosso
da sempre sgualcendomi i sorrisi
e la leggerezza.
Romina Capo
ph Vivian Maier
Non dir per cosa vieni - Maria do Rosario Pedreira
Non dire per cosa vieni.
Lasciami indovinare
dalla polvere dei tuoi capelli
che vento ti ha mandato.
È lontana la … tua casa?
Ti do la mia:
leggo nei tuoi occhi la stanchezza del giorno che ti ha vinto;
e, sul tuo volto, le ombre mi raccontano il resto del viaggio.
Dai,
vieni a dar riposo ai tormenti del cammino
nelle curve del mio corpo
– è una meta senza dolore e senza memoria.
Hai sete?
Avanza dal pomeriggio solo una fetta d’arancia
– mordila nella mia bocca senza chiedere.
No, non dirmi chi sei né per che cosa vieni.
Decido io.
Maria do Rosario Pedreira
Lasciami indovinare
dalla polvere dei tuoi capelli
che vento ti ha mandato.
È lontana la … tua casa?
Ti do la mia:
leggo nei tuoi occhi la stanchezza del giorno che ti ha vinto;
e, sul tuo volto, le ombre mi raccontano il resto del viaggio.
Dai,
vieni a dar riposo ai tormenti del cammino
nelle curve del mio corpo
– è una meta senza dolore e senza memoria.
Hai sete?
Avanza dal pomeriggio solo una fetta d’arancia
– mordila nella mia bocca senza chiedere.
No, non dirmi chi sei né per che cosa vieni.
Decido io.
Maria do Rosario Pedreira
Ph. Martina Hache © |
Lode della distanza - Paul Celan
Nella sorgente dei tuoi occhi
vivono le reti dei pescatori del mare errante.
Nella sorgente dei tuoi occhi
il mare mantiene la sua promessa.
Qui io scaglio,
un cuore, che indugiò fra uomini,
le mie vesti e il fulgore di un giuramento:
più nero nel nero, io sono più nudo.
Apostata solo, io sono fedele.
Io sono tu, quando io sono io.
Nella sorgente dei tuoi occhi
vago alla deriva, sognando rapimenti.
Una rete ne catturò un'altra:
ci congediamo, avvinghiati.
Nella sorgente dei tuoi occhi
un impiccato strozza la sua forca.
Paul Celan
Ph. Marco Miraglia © |
Che cosa stai cercando ? - Karmelo C. Iribbarren
In tutte le città dove sono stato
mi è sembrato di vederti:
un autobus che parte
mi è sembrato di vederti:
un autobus che parte
e che non riesco a prendere,
o un ascensore che si chiude,
o voltando un angolo
al calar della notte,
o in fondo,
tra fumo e voci,
in un bar dell’alba…
o un ascensore che si chiude,
o voltando un angolo
al calar della notte,
o in fondo,
tra fumo e voci,
in un bar dell’alba…
In ogni luogo, sempre,
la tua immagine appare
e scompare.
la tua immagine appare
e scompare.
Karmelo C. Iribarren
Ph. Anka Zhuravleva © |
mercoledì 13 marzo 2019
Effimero - Mariella Mehr
Ancora ti prospera il fogliame intorno al cuore
e una fresca presa di sale
impregna il tuo sguardo.
Di me nessuno vuol sapere,
di chi io sia la spezia
e di quale amore la durata.
Spesso canta il lupo nel mio sangue
e allora l’anima mia si apre
in una lingua straniera.
Luce, dico allora, luce di lupo,
dico, e che non venga nessuno
a tagliarmi i capelli.
Mi annido in briciole straniere
e sono a me parola sufficiente.
Effimero, mi dico,
perché presto cesserà ogni annidare,
e scorre via il resto di ogni ora.
e una fresca presa di sale
impregna il tuo sguardo.
Di me nessuno vuol sapere,
di chi io sia la spezia
e di quale amore la durata.
Spesso canta il lupo nel mio sangue
e allora l’anima mia si apre
in una lingua straniera.
Luce, dico allora, luce di lupo,
dico, e che non venga nessuno
a tagliarmi i capelli.
Mi annido in briciole straniere
e sono a me parola sufficiente.
Effimero, mi dico,
perché presto cesserà ogni annidare,
e scorre via il resto di ogni ora.
L'amore è niente di più - Pier Vittorio Tondelli
Vedere il lato bello, accontentarsi del momento migliore, fidarsi di quest'abbraccio e non chiedere altro perché la sua vita è solo sua (...) fidarsi dei suoi baci, della sua pelle quando sta con la tua pelle, l'amore è niente di più, sei tu che confondi l'amore con la vita.
Pier Vittorio Tondelli
ph Paolo Roversi
Pier Vittorio Tondelli
ph Paolo Roversi
martedì 12 marzo 2019
Estratto - Boris Pasternak
Olga, mia bambina dorata, ti mando tanti tanti baci. Sono legato a te dalla vita, dal sole che brilla alla finestra, da un sentimento di commiserazione e di tristezza, dalla coscienza della mia colpa (oh, non di fronte a te, naturalmente), ma di fronte a tutti, dalla coscienza della mia debolezza e dell’ insufficienza di ciò che ho fatto finora, dalla convinzione che bisogna fare uno sforzo enorme e spostare montagne per non ingannare gli amici e non risultare un impostore. E quanto migliori di noi sono tutti gli altri intorno a me e con quanta più premura li tratto e quanto più cari mi sono, tanto più e tanto più profondamente ti amo, in modo tanto più colpevole e triste. Ti abbraccio forte forte, e quasi cado per la tenerezza e quasi piango.
Boris Pasternak
(Estratto di una delle molte lettere che Boris Pasternak scrisse alla sua amata Olga Ivinskaya, la donna che lo ispirò nella stesura del famoso libro "Il dottor Zivago")
Boris Pasternak
(Estratto di una delle molte lettere che Boris Pasternak scrisse alla sua amata Olga Ivinskaya, la donna che lo ispirò nella stesura del famoso libro "Il dottor Zivago")
Ph. Guido Stazzoni © |
Strapparla via - Eshkol Nevo
Non sai mai quanto a fondo una persona ti si è conficcata nel cuore finché non cerchi di strapparla via.
Eshkol Nevo
ph Michal Mozolewski
Eshkol Nevo
ph Michal Mozolewski
Perdonatemi - Amelia Rosselli
Perdonatemi perdonatemi perdonatemi
vi amo, vi avrei amato, vi amo
ho per voi l’amore più sorpreso
più sorpreso che si possa immaginare.
vi amo, vi avrei amato, vi amo
ho per voi l’amore più sorpreso
più sorpreso che si possa immaginare.
Vi amo vi venero e vi riverisco
vi ricerco in tutte le pinete
vi ritrovo in ogni cantuccio
ed è vostra la vita che ho perso.
vi ricerco in tutte le pinete
vi ritrovo in ogni cantuccio
ed è vostra la vita che ho perso.
Perdendola vi ho compreso perdendola
vi ho sorpresi perdendola vi
ritrovo! L’altro lato della pineta
era così buio! solitario! rovinoso!
vi ho sorpresi perdendola vi
ritrovo! L’altro lato della pineta
era così buio! solitario! rovinoso!
Essere come voi non è così facile;
sembra ma non lo è sembra
cosa tanto facile essere con voi ma
cosa tanto facile non è.
sembra ma non lo è sembra
cosa tanto facile essere con voi ma
cosa tanto facile non è.
Vi amo vi amo vi amo
sono caduta nella rete del male
ho le mani sporcate d’inchiostro
per amarvi nel male.
sono caduta nella rete del male
ho le mani sporcate d’inchiostro
per amarvi nel male.
Cristo non ebbe così facile disegno
nella mente tesa al disinganno
Cristo ebbe con sé la spada e la guaina
io non ebbi alcuna sorpresa.
nella mente tesa al disinganno
Cristo ebbe con sé la spada e la guaina
io non ebbi alcuna sorpresa.
Candore non v’è nei vostri occhi
benevolenza era tanto rara
scambiando pugni col mio maestro
ma v’avrei trovati.
benevolenza era tanto rara
scambiando pugni col mio maestro
ma v’avrei trovati.
Vi amo? Vi amerei? Tante cose
nel cielo e nel prato ricordano
amore che fugge, che scappa
dietro le case.
nel cielo e nel prato ricordano
amore che fugge, che scappa
dietro le case.
Dietro ogni facciata vedere quel
che mai avrei voluto sapere; dietro
ogni facciata vedere
quel che oggi non v’è.
che mai avrei voluto sapere; dietro
ogni facciata vedere
quel che oggi non v’è.
Amelia Rosselli
Ph. Giovanni Gastel © |
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