sabato 2 marzo 2019

Incarico - Julio Cortazar

Non darmi tregua, non perdonarmi mai
Pestami a sangue, che ogni cosa crudele sia tu che
ritorni.
Non lasciarmi dormire, non darmi pace!
Allora otterrò il mio regno,
nascerò lentamente.
Non smarrirmi come un motivetto facile, non essere carezza né
guanto;
Intagliami come una selce, fammi disperare.
Difendi il tuo amore umano, il tuo sorriso, i tuoi capelli. Donali.
Vieni a me con la tua collera secca di fosforo e squame.
Grida. Vomitami sabbia in bocca, rompimi le fauci.
Non mi importa ignorarti in pieno giorno,
sapere che giochi faccia al sole, a viso aperto.
Condividilo.
Io ti chiedo la cerimonia crudele del taglio,
quello che nessuno ti chiede: le spine
fino all’osso. Strappami questo volto infame,
obbligami a gridare finalmente il mio vero nome.


Julio Cortazar

Ph. Paolo Berretta

venerdì 1 marzo 2019

Sonetto del dolce lamento - F.G.Lorca

Temo di perdere la meraviglia
dei tuoi occhi di statua e la cadenza
che di notte mi posa sulla guancia
la rosa solitaria del respiro.
Temo di essere lungo questa riva
un tronco spoglio, e quel che più m'accora
è non avere fiore, polpa, argilla
per il verme di questa sofferenza.
Se sei tu il mio tesoro seppellito,
la mia croce e il mio fradicio dolore,
se io sono il cane e tu il padrone mio
non farmi perdere ciò che ho raggiunto
e guarisci le acque del tuo fiume
con foghe dell'Autunno mio impazzito


Federico Garcia Lorca

(Sonetti dell'amore oscuro)



Ph. Brooke Lynne ©

In un momento - Dino Campana

In un momento
Sono sfiorite le rose
I petali caduti
Perché io non potevo dimenticare le rose
Le cercavamo insieme
Abbiamo trovato delle rose
Erano le sue rose erano le mie rose
Questo viaggio chiamavamo amore
Col nostro sangue e colle nostre lagrime facevamo le rose
Che brillavano un momento al sole del mattino
Le abbiamo sfiorite sotto il sole tra i rovi
Le rose che non erano le nostre rose
Le mie rose le sue rose


Dino Campana




Ph. Tina Sosna ©

Introdurmi - Stèphane Mallarmé

Introdurmi nella tua storia
Come un eros sbigottito
Se ha col nudo piede toccato
Un po' d'erba del territorio
Contro ghiacciai attentatore
Io non so l'ingenuo peccato
Che tu avrai impedito
D'alto riso la sua vittoria
Dì se il contento in me è poco
Tuono e rubini alla mia trave
Di veder nell'aria ove sale
Con dispersi reami un fuoco
Morir la ruota sangue e croco
Di mie bighe prece serale.


Stéphane Mallarmé



Ph. Laura Makabresku ©

Una poesia - Mario Quintana

Una poesia come un sorso d’acqua bevuto al buio.
Come un povero animale che ansima ferito.
Come una monetina d’argento persa per sempre nella foresta della notte.
Una poesia senza altra pena che la misteriosa condizione di poesia.
Triste.
Solitaria.
Unica.
Ferita di mortale bellezza.


Mario Quintana 




Ph. Sally Mann ©

giovedì 28 febbraio 2019

Che tu sia sempre - K. C. Iribarren

Che tu sia sempre
così come sei
calda pioggia di dolcezza
e fuoco nel cuore,
nonostante gli anni,
nonostante il logorio insonne
di questa battaglia persa
di questa angoscia radicata
sempre più nell’anima.
Che tu sia,
semplicemente,
i capelli al vento
e lo sguardo pulito.

K. C. Iribarren
ph Millie Tang





mercoledì 27 febbraio 2019

Hanno costruito una gabbia - Joumana Haddad


Hanno costruito per me una gabbia affinché la mia libertà
fosse una loro concessione e ringraziassi e obbedissi.
Ma io sono libera prima e dopo di loro, con loro e senza di loro
sono libera nella vittoria e nella sconfitta.
La mia prigione è la mia volontà
La chiave della prigione è la loro lingua
ma la loro lingua si avvinghia intorno alle dita del mio desiderio
e il mio desiderio non riusciranno mai a domare.

Joumana Haddad
ph Jesse Paulk


La semplicità è mettersi nudi davanti agli altri - Alda Merini

La semplicità è mettersi nudi davanti agli altri.
E noi abbiamo tanta difficoltà ad essere veri con gli altri.
Abbiamo timore di essere fraintesi, di apparire fragili,
di finire alla mercè di chi ci sta di fronte.
Non ci esponiamo mai.
Perché ci manca la forza di essere uomini,
quella che ci fa accettare i nostri limiti,
che ce li fa comprendere, dandogli senso e trasformandoli in energia, in forza appunto.
Io amo la semplicità che si accompagna con l’umiltà.
Mi piacciono i barboni.
Mi piace la gente che sa ascoltare il vento sulla propria pelle,
sentire gli odori delle cose,
catturarne l’anima.
Quelli che hanno la carne a contatto con la carne del mondo.
Perché lì c’è verità, lì c’è dolcezza, lì c’è sensibilità, lì c’è ancora amore.

Alda Merini
ph Joshua Jensen-Nagle

Poichè non mi veniva nessuna parola - Margherita Guidacci

Poiché non mi veniva nessuna parola
(la parola era “addio”, ma non riuscivo a dirla)
ti ho dato il mio silenzio
ed ho ascoltato il tuo,
e non è stato un vuoto, ma condivisa pienezza
e ancora gioia, mentre accettavamo,
come la terra, un nostro tempo di neve,
bianco grembo d’attesa delle future estati.


Margherita Guidacci 




Ph. Sergio Derosas ©

Al collo un filo di esili grani - Anna Achmatova

Al collo un filo di esili grani,
celo le mani nel largo manicotto,
gli occhi guardano distratti
e non piangeranno mai più.
Sembra il volto più pallido
per la seta che tende al lilla,
arriva quasi alle sopracciglia
la mia frangetta non ondulata.
E non somiglia ad un volo
questa lenta andatura, quasi avessi
sotto i piedi una zattera
e non i quadretti del parquet.
La bocca bianca è socchiusa,
ineguale il respiro affannato,
e sul mio petto tremano i fiori
dell’incontro che non c’è stato.

Anna Achmatova


Ph. Anca Mitroi ©

martedì 26 febbraio 2019

Lo voglio avido l'amore - Loredana Montanari

“Lo voglio avido l’amore

 -mai sazio

 -mai dissetato-

 -mai soddisfatto del mio corpo

e mai certo della mia mente”


Loredana Montanari
ph Mert & Marcus


A volte la vita - Hugo Mujica

A volte
ci guardiamo in silenzio
io e la vita
a volte duole, duole
bianca,
lenta
sprofonda nella carne
come una bottiglia vuota
sprofonda nello
stagno
che la  sta riempiendo
a volte, in silenzio, piange
e qualcosa di sacro luccica nel mondo
in silenzio, riverbera nelle parole.

Hugo Mujica

Ph. Max Eremine ©


Alla finestra - Carl Sandburg

Datemi fame,
o voi déi che sedete e date
ordini al mondo.
Datemi fame, dolore e mancanza,
chiudetemi fuori dalle vostre porte
d’oro e fama
con vergogna e fallimento,
datemi la vostra più meschina, sfinita fame!
Ma lasciatemi un pò d’amore,
una voce che mi parli sul finire del giorno,
una mano che mi tocchi nella stanza buia
a spezzare la lunga solitudine.
Nel crepuscolo dello spettro del giorno
che offusca il tramonto,
una piccola errante stella d’occidente
che mi spinga fuori dalle mutanti rive dell’ombra.
Lasciatemi andare alla finestra,
e là guardare le figure del giorno all’imbrunire,
e aspettare, sapendo dell’arrivo di un pò d’amore.

Carl Sandburg 




Ph. Mic Photo 

Ma l'amore non è mai puntuale - Maria Teresa Romeo

Ma l’amore non è mai puntuale.
C’è chi non abbiamo voluto al momento giusto, c’è chi desideriamo al momento sbagliato.
Innamorarsi è roba per pochi, è attesa sfiancante, e arriva quando capita, un giorno che non te lo aspetti affatto, e a quel punto si tratta solo di avere coraggio. Perché un amore che ci si è lasciati scappare non è tra le cose da cui un giorno si potrà guarire, non è un pensiero che una mattina o l’altra poi non lo sentirai più.
Un amore che ci si è lasciati scappare si infila nella testa e non te lo togli mai, nemmeno se ti sforzi di far finta che se ne sia andato.
C’è chi sarà nei nostri occhi anche quando ameremo altri, c’è chi una sera ci capiterà all’improvviso davanti mentre staremo camminando, e dopo anni di lontananza basterà il tempo di un breve saluto per non capire più niente, sarà sufficiente sfiorarlo un momento per dimenticarci anche il nostro nome.

C’è chi siamo destinati - condannati - a volere per sempre.

M. Teresa Romeo

Phm Josephine Marcus ©

lunedì 25 febbraio 2019

Immutabile ed infinito sei - Carlota Caulfield

Immutabile e infinito
è il tuo corpo
di cervo selvaggio:
Sono i tuoi capelli
tutti gli alberi
Sono i tuoi occhi
tutte le luci
E' la tua narice
tutti i ponti
Sono le tue labbra
tutte le strade
E' il tuo collo
tutte le cave
Sono le tue spalle
tutti i pilastri
Il tuo petto
tutte le geografie
le tue braccia
tutti i venti
Il tuo ventre
tutti gli spessori
Le tue gambe
tutte le trasformazioni
Immutabile e infinito!
sei

Carlota Caulfield

Ph. Antoine D'Agata ©

Gli occhi - Alejandra Pizarnik

Gli occhi
dicono la verità
occhi che si aprono
tirano via il superfluo:

occhi
non parole
occhi
non promesse;

lavoro con i miei occhi
costruendo
riparando
ricostruendo
qualcosa di simile ad uno sguardo umano
ad una poesia d’uomo

Alejandra Pizarnik


Ph. Laura Zambelli Photography ©

Apro la finestra - Sohrab Sepehri

Apro la finestra, larga come il mondo intero:
la strada è vuota
gli alberi sono smarriti nella notte
i rami non si muovono
l’acqua è stanca di scorrere. 
Tu non sei qui
e nulla si muove.
Tu non sei qui
e il cuore batte invano.
Tu non sei qui
e la voce del fiume non porta alcun messaggio
e le valli non dicono nulla di comprensibile.
Quando tu non sei qui
le notti scoloriscono i nostri volti
e il segreto della vita resta nascosto.
In tua assenza
il buio copre il verde dell’erba
e le sorgenti tacciono.
Quando chiudi gli occhi
l’erba verde si copre di dubbi.
Tu soffi
e l’acqua si risveglia.
Tu cammini
e gli specchi risplendono.
Ma la strada è vuota
e tu non tornerai
e i miei occhi si chiuderanno nell’attesa.


Sohrab Sepehri


Ph. Vanessa Moselle Photographe©

domenica 24 febbraio 2019

Fino a quando girerà la terra - Eugenio Montejo

Lascia che ti ami fino a quando girerà la terra
e gli astri inchinino i loro crani azzurri
sulla rosa dei venti.
Galleggiando, a bordo di questo giorno
nel quale per caso, per un istante,
ci siamo destati così vicini.
Ho potuto vivere in un altro regno, in un altro mondo,
a molte leghe dalle tue mani, dal tuo sorriso,
su un pianeta remoto, irraggiungibile.
Sono potuto nascere secoli fa
quando non esistevi in nulla
e nelle mie ansie di orizzonte
potevo indovinarti in sogni di futuro,
ma le mie ossa a quest’ora
non sarebbero che alberi o pietre.
Non è stato ieri né domani, in un altro tempo,
in un altro spazio,
né giammai accadrà
quantunque l’eternità lanci i suoi dadi
a favore della mia fortuna.
Lascia che ti ami fino a quando la terra
graviterà al ritmo dei suoi astri
e ad ogni istante ci stupisca
questo fragile miracolo di esser vivi.
Non abbandonarmi fino a quando essa non si fermerà.

Eugenio Montejo




Ph. Marta Syrco ©

L'iperbole che ami- Giovanni Raboni

L' iperbole che ami,
quella che sei: t' adoro
nella curva dei fianchi
nel niente del costato.

Giovanni Raboni




Ph. Jessica Pieroni Photography