Io sono la venerata e la disprezzata,
Io sono la prostituta e la santa,
Io sono la sposa e la vergine,
Io sono la mamma e la figlia,
Io sono le braccia di mia madre,
Io sono la sterile, eppure sono numerosi i miei figli.
Io sono la donna sposata e la nubile,
Io sono colei che da' la luce e colei che non ha mai procreato,
Io sono la consolazione dei dolori del parto.
Io sono la sposa e lo sposo,
E fu il mio uomo che mi creo'.
Io sono la madre di mio padre,
Io sono la sorella di mio marito,
Ed egli e' il mio figliolo respinto.
Rispettatemi sempre,
Poichè io sono la scandalosa e la magnifica.
Inno a Iside, III-IV sec. a.C.
Ill. Alessandro Spedicato
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