sabato 25 maggio 2019

Janine Machiedo


















Se tu mi guardi - Pablo Neruda


Se tu mi guardi con i tuoi occhi
dai quali mi viene incontro la tenerezza
e se io guardandoti
con i miei occhi
ti faccio spazio dentro di me,
in questo incrocio di sguardi
che riassume milioni
di attimi e di parole,
in questo scambio silenzioso
che per entrambi è guardare e lasciarsi guardare,
in questo penetrare
l’uno nell’altro
nel tempo con benevolenza,
ci è dato tessere
la reciprocità di questo amore
e forse la gratuità.

Pablo Neruda
Emanuela Cau ©



venerdì 24 maggio 2019

Sapessi come duole stare senza te, a volte - Milton Fernandez

Sapessi quanto è duro tirare fino a sera
calcarla, sospingersi in avanti
pensar che restano ancora
rimasugli di giorno per non pensarti
banchine bassoventre
Sapessi com’è duro il coraggio
a volte
Alzarsi affrontare il mattino
con tanta notte dentro
sedersi alla finestra
a intrecciare distanze
a vagheggiar telefoni
consegne e rituali
Sognarti
nella simmetrica consuetudine
dell’abbraccio
amarti senza affanni
odiarti senza imbrogli
temere che nulla resti
sapere che nulla avremo
guardarci senza quasi
lasciarci senza ieri
Sapessi come duole
stare senza te
a volte
Milton Fernandez

Ph. Benedetta Cari © 

Quelli che amano - Jaime Sabines

Quelli che amano tacciono. 
l’amore è il silenzio più fine, 
il più tremante, il più insopportabile. 
quelli che amano cercano, 
sono quelli che lasciano perdere 
sono quelli che cambiano, quelli che dimenticano.
Il cuore dice loro che non troveranno mai, 
non trovano, cercano. 
quelli che amano vanno come pazzi 
perché stanno soli, soli, soli, 
consegnandosi, dandosi ogni istante,
piangendo perché non salvano l’amore.
Li preoccupa l’amore. quelli che amano 
vivono alla giornata, non possono fare di più, non sanno.
Sempre se ne stanno andando, 
sempre, da qualche parte. 
aspettano, 
non aspettano nulla, ma aspettano. 
Sanno che non troveranno mai.
L’amore è la proroga perpetua,
sempre il passo seguente, l’altro, l’altro.
Quelli che amano sono gli insaziabili
quelli che sempre – meno male!- resteranno soli.
Quelli che amano sono l’idra del racconto.
Hanno serpenti al posto delle braccia.
Le vene del collo gli si gonfiano
anche come serpenti per asfissiarli.
Quelli che amano non possono dormire
perchè se si addormentano se li mangiano i vermi.
Nel buio aprono gli occhi
e in loro cade lo spavento.
Trovano scorpioni sotto il lenzuolo
e il loro letto galleggia come su di un lago.
Quelli che amano sono pazzi, soltanto pazzi,
senza Dio e senza diavolo.
Quelli che amano escono dalle loro grotte
tremanti, affamati,
a cacciare fantasmi.
ridono di quelli che lo sanno tutto,
di quelli che amano per sempre, veracemente,
di quelli che credono nell’amore come una lampada d’olio inesauribile.
Quelli che amano giocano ad afferrare l’acqua,
a tatuare il fumo, a non andarsene.
Giocano al lungo, triste gioco dell’amore.
Nessuno si può rassegnare.
Dicono che nessuno si può rassegnare.
Quelli che amano si vergognano di qualsiasi conformismo.
Vuoti, ma vuoti da una costola all’altra, 
la morte li corrode dietro gli occhi, 
e loro camminano, piangono fino all’alba 
dove treni e galli si salutano dolorosamente.
A volte gli arriva un odore a terra appena nata, 
a donne che dormono con la mano nel sesso, compiaciute, 
a ruscelli d’acqua tenera e cucine.
Quelli che amano cantano tra le labbra
una canzone mai imparata, 
e se ne vanno piangendo, piangendo, 
la bella vita.

Jaime Sabines  


Ph. Artem Vasilenko © 

Dove inizia la bocca? - Mario Benedetti


Dove inizia la bocca?

Nel bacio?
Nell’insulto?
Nel morso?
Nel grido?
Nello sbadiglio?
Nel sorriso?
Nel fischio?
Nella minaccia?
Nel gemito?

Che sia ben chiaro

dove finisce la tua bocca

lì inizia la mia.


Mario Benedetti
Josephine Cardin ©



Per un attimo - Sayed Ali Salehi


E fra tanti altri discorsi
per un attimo almeno
vuoi parlare con me
del profumo di un bacio
o della pioggia?

Dicono che durante
questi momenti
di illuminazione
raggiunti quando
si amano gli altri
si può capire
la canzone
degli specchi.


Sayed Ali Salehi
foto Lidia Vives ©



giovedì 23 maggio 2019

Il gioco - Ennio Flaiano


C’è un limite al dolore
in quel limite un caro conforto
un’improvvisa rinunzia al dolore.

Il pianista cerca un fiore 
nel buio
e lo trova, un fiore che non si vede
e ne canta la certezza.

Il gioco è questo: cercare nel buio
qualcosa che non c’è, e trovarlo.


Ennio Flaiano
foto Nanni Mensch ©